A.S.D. MEZZOLARA |
Campo
di gioco |
"P.
Zucchini" - piazzale della Gioventù - Budrio
(Bo) |
Colori
sociali |
bianco - azzurro |
Internet
/ e-mail |
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Telefono
/ Fax |
0516920882 |
Serie
D 2007/2008 |
7^
classificata con 45 punti |
11
vittorie – 12 pareggi – 11 sconfitte |
|
31 reti
fatte – 34 reti subite |
COME RAGGIUNGERE BUDRIO
(BO) – da Salò km. 210
Autostrada A/4 Desenzano - direzione Venezia
svincolo A/22 direzione Modena
svincolo A/1 direzione Bologna
svincolo A/14 direzione Ancona
svincolo A13 verso Padova/Bologna Arcoveggio
uscita Bologna Interporto
mantenere la sinistra al bivio per proseguire verso SP3/Via
Trasversale di Pianura per
mantenere la sinistra al bivio, seguire le indicazioni per
SS64/Bologna per 43 mt.
a sinistra in SP3/Via Trasversale di Pianura per
a destra in Via Marana per
a sinistra in Via Rabuina pèr
leggermente a destra per rimanere su Via Rabuina
per
prosegui su Via Europa per
a sinistra in Via Giuseppe Massarenti per
a sinistra in Piazzale della Gioventù
LE MAPPE
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PER ALLOGGIARE E PER MANGIARE:
GESTHOTEL - via Bissolati,
37 - tel. 051800208 - fax 051800642
PENSIONE SAN FRANCESCO - via Frati Capuccini,
3 - tel./fax 051801490
SPORT HOTEL - via Massarenti, 10
RISTORANTE GIARDINO - via Gramsci, 20 - tel. 051801128 - fax 0516924000
RISTORANTE IL BORGO DEI SAPORI - via Vigorso, 20 - tel. 051801677
CENNI STORICI:
Budrio ha antiche origini umbre, come attesta anche il suo
antico nome, Butrium (burrone) di origine prelatina. Reperti archeologici, conservati nel Museo
Archeologico Paleoambientale, mostrano l’avvicendarsi
di vari popoli in questa zona, dagli Umbri (civiltà Villanoviana), agli
Etruschi, ai Galli, fino ai Romani, che hanno lasciato segni evidenti nella
geometrica divisione dei campi (centuriazione agraria) e nel tessuto urbano del
centro storico, in cui le vie si intersecano ad angolo retto. In seguito anche
Goti, Longobardi, Franchi, Ungari passarono per queste terre.
Nel
periodo di rinascita economica dopo il Mille, gli uomini di Budrio
si unirono in un Consorzio o Partecipanza di beni
agrari, dati loro in proprietà perché li rendessero produttivi, a vantaggio di
tutta la comunità. Si fa risalire a Matilde di Canossa la donazione del vasto
territorio (“
Sul
finire del Trecento, il castello di Budrio, più volte
attraversato da soldatesche e rovinato, fu ricostruito dal governatore di
Bologna, cardinale Albornoz, assumendo la forma
quadrata con i torrioni agli angoli, forma che nel secolo seguente divenne
rettangolare, essendovi incluso il Borgo sorto ad est.
Nel 1388
i budriesi ottennero la cittadinanza bolognese, che in
un primo tempo portò benefici economici. Nel 1500, dopo le traversie
dell’inizio secolo (saccheggio ad opera di Cesare
Borgia, devastazioni, carestie e pestilenze), ci fu un rifiorire della vita
economica, grazie alla ricchezza apportata dalla coltivazione, lavorazione e
commercio della canapa, esportata, con ottimi guadagni, in vari paesi, fra cui
Importante
anche la fondazione, nel 1556, di una scuola pubblica, fra le prime del
territorio bolognese, dove si insegnava a leggere, scrivere, “far di conto”, e
Latino.
Le lotte
civili fra nobili famiglie, iniziate alla fine del Cinquecento, si protrassero
per tutto il secolo seguente, che vide anche una terribile peste (1630) e una
carestia (1648).
Alla
fine del ‘700 anche Budrio passa sotto
l’amministrazione napoleonica, che abolisce il suo “Monte di Pietà”, fondato
nel 1531, mentre i beni della Partecipanza vengono
incorporati nel Municipio appena istituito.
Con
Le idee
risorgimentali di libertà e indipendenza della patria ebbero entusiasti seguaci
a Budrio: nel 1848 i budriesi
del “Battaglione Idice”, al comando di Luigi Cocchi,
si distinguono in vari combattimenti per l’unità d’Italia; non pochi volontari budriesi vanno ad ingrossare le file dei garibaldini,
mentre si afferma la singolare figura di Quirico Filopanti (Giuseppe Barilli), patriota, politico,
amministratore civico, docente universitario, segretario della Costituente
nella Repubblica Romana del 1849, scienziato e astronomo (fondamentale il suo
contributo all’ideazione dei fusi orari).
A Budrio, divenuta nel 1860 Municipio del Regno d’Italia,
sorgono le prime associazioni popolari (la “Società operaia di Mutuo Soccorso”,
la "Società budriese" e l’”Associazione fra
gli operai braccianti del Mandamento di Budrio” o
“Cooperativa”).
Fra la
fine dell’Ottocento e il primo Novecento si ebbe una decisa ripresa
dell’edilizia nel centro urbano, ma soprattutto, seguendo l’infelice esempio di
Bologna, si abbatté una cospicua parte delle mura. Di questo stesso periodo
vanno ricordati i lavori di bonifica; la costruzione della ferrovia che unisce Budrio a Bologna, Massalombarda, Molinella, Portomaggiore, e
dell’Asilo Comunale Infantile “A. Menarini”.
Fra la prima e la seconda guerra mondiale, Budrio
visse le stesse drammatiche esperienze di tutta Italia: dai 370 budriesi caduti nella Grande Guerra ai tragici episodi
durante l’occupazione nazista, alla partecipazione alla lotta di liberazione,
il cui episodio più notevole fu la battaglia di Vigorso
(21 ottobre 1944), dove trovarono la morte 36 partigiani e 8 civili.
La ripresa del secondo dopoguerra riportò il paese alla prosperità economica e sociale, al rinascere delle istituzioni democratiche e ad una operosa partecipazione dei cittadini alla gestione del Comune.