Al bomber del Salò il premio di «Bresciaoggi»
come miglior calciatore dilettante del 2004
di
Valentino Rodolfi
Ha
vinto Cristian Quarenghi e guardando la superiorità schiacciante non poteva
essere diversamente: a chi poteva andare il «Pallone d’Oro», se non al
giocatore più forte della squadra più forte?
Era la scelta più logica quella di premiare il «gioiello» della formazione
che, in un anno, ha vinto il campionato di Eccellenza, la Coppa Italia
diletttanti e il titolo di campione d’inverno in serie D. Ed è un giudizio
che non fa una piega: i giurati del premio organizzato da «Bresciaoggi»
hanno avuto pochi, pochissimi dubbi.
Su
venti componenti della giuria, in tredici hanno dato la prima delle quattro
preferenze al «bomber tascabile» del Salò, mentre altri tre lo hanno
nominato per secondo con un risultato che, a conti fatti, è quasi un
plebiscito e che ha messo d’accordo giornalisti sportivi, allenatori e
dirigenti.
Ben 62
punti assegnano il Pallone d’Oro 2004 a Cristian Quarenghi, che rifila un
distacco abissale a tutti gli altri.
Il
secondo classificato, Nicola Ferrari (anche lui ex Salò nella prima parte
della stagione, poi passato al Lumezzane) si ferma a 31 punti. Il terzo,
Ermanno Panina della Verolese, raccoglie 11 punti. Il quarto, Cazzamalli
(del Salò, guarda caso), ottiene 10 punti.
Quarenghi über alles, tutti gli altri in coda: è a lui che Andrea Bottazzi,
detentore del «Pallone», deve passare il testimone quale miglior calciatore
dilettante dell’anno. La loro è davvero una staffetta: l’anno scorso
Bottazzi primo, Quarenghi secondo. Fu quasi il presagio di un’eredità
sportiva che il tempo avrebbe sancito anche ufficialmente a distanza di
dodici mesi.
Il
fantasista del Carpenedolo cede il trofeo con onore: tornato a giocare tra i
professionisti, Bottazzi riesce comunque a raccogliere 7 punti che sono un
tributo alla sua grande carriera, e un riconoscimento al suo grande
contributo nella promozione del Carpenedolo dalla serie D alla C2.
Onore
anche a Bottazzi, insomma: davanti a lui sono in pochi. Oltre ai «fantastici
quattro» Quarenghi, Ferrari, Panina e Cazzamalli, meglio del «Pallone d’Oro
2003» hanno fatto solo Nicola Pasinelli (Carpenedolo-Rodengo, 9 punti) e il
trio Dossou (Carpenedolo-Rodengo), Rosset (Chiari) e Marrazzo (Rodengo),
tutti con 8 punti. Tanti punti quanti ne ha Bottazzi vanno a Nicoli del
Darfo, capitano e vecchio leone, che quattro membri della giuria hanno
voluto giustamente omaggiare pure alla fine di un anno avaro di risultati
per la sua squadra.
Poi si
scende, fino all’unico punto d’onore ottenuto da Forbice e da Poloni. Ma una
cosa si può osservare, a conferma delle sensatezza della selezione
preliminare: nessuno dei 20 giocatori scelti dalla redazione sportiva di «Bresciaoggi»
è uscito a mani vuote dalla votazione, tutti hanno avuto almeno una
preferenza.
Detto
del vincitore e dei «piazzati», dei più o dei meno votati, mentre le
lancette degli orologi corrono veloci verso la fine del 2004 vale la pena di
spendere ancora due parole per la squadra, il Salò, che presentava il
maggior numero di giocatori tra i candidati ufficiali al Pallone d’Oro 2004.
Sei su
venti erano i salodiani in lizza: Quarenghi ha vinto con 62 punti, l’ex
Ferrari secondo con 31, Cazzamalli quarto con 10, a seguire Caini, Ferretti
e Franchi tutti con 6. Tutti, dunque, nella fascia «alta» della graduatoria
di merito individuale a coronamento di una grande stagione per la squadra.
Già
elencati i successi raccolti dalla compagine gardesana: il campionato vinto,
la Coppa Italia nella memorabile finale allo stadio «Flaminio» di Roma (con
gol di Ferrari), il debutto in serie D da neopromossa di lusso, in testa
alla classifica nell’anno dell’esordio alla ribalta nazionale.
Poche
squadre, forse nessuna a memoria di cronista, vantano nei loro annali un
anno tanto magico quanto il 2004 vissuto dal Salò. Impossibile vincere di
più per una squadra, se non questo «Pallone d’Oro» individuale per
ricordare, a futura memoria, che il Salò è grande e che Quarenghi è il suo
profeta.
«E’ il coronamento di un anno da favola»
«Splendido giocare in una squadra così ma in
futuro vorrei provare una piazza più importante»
di
Sergio Zanca
«Sono
felicissimo per il premio - afferma Cristian Quarenghi, attaccante del Salò
-. Si tratta di un riconoscimento personale ma, se potessi, lo dividerei con
tutti i compagni di squadra. Il calcio è uno sport collettivo, di
conseguenza l’abilità del singolo riesce a esprimersi soltanto se viene
sorretta e valorizzata dall’intero complesso. L’anno scorso ho ottenuto il
secondo posto, alle spalle di Bottazzi. Stavolta il Pallone d’oro riassume
un 2004 trionfale, iniziato (a maggio) con le vittorie nel campionato di
Eccellenza e in coppa Italia a Roma, chiuso in dicembre col titolo di
campionato d’inverno in serie D. Senza dimenticare la Scarpa d’oro di
giugno, insieme a Ermanno Panina, per il bomber più prolifico. Più di così,
francamente, non avrei potuto augurarmi. Dedico il trofeo ai miei più grandi
sostenitori: i genitori, lo zio, la sorella, la morosa Ilaria, con la quale
vivo a Vestone».
Quarenghi, 25 anni compiuti il 3 ottobre, è di Darzo, frazione di Storo: un
trentino di confine, nato appena al di là di Ponte Caffaro. Dopo avere mosso
i primi passi con i ragazzini del paese, è passato al Lumezzane, restando 5
anni e giocando con gli Allievi e la Beretti di Ermanno Franzoni. L’8
febbraio ’98, a 18 anni, Cristian ha esordito in C1. Il tecnico Elio
Gustinetti lo utilizzò ad Alzano.
Risultato: 1-0 per i bergamaschi di Claudio Foscarini, che schieravano
Damiano Zenoni, Garlini, Madonna e Giacomo Ferrari. Nelle file dei rossoblu
giocavano Belleri (poi andato all’Empoli), Brocchi (Milan), Taldo (che ha
oscillato tra Modena e Catania), Brevi (Ascoli). Nel ’98-99 Quarenghi
divenne titolare nella Settaurense di Fugatti, in serie D, a fianco di
Berrini e Guido Bertoni (score: 28 presenze, 5 reti). Poi il general manager
del Salò Eugenio Olli lo ha portato sul Garda. E sul lago Quarenghi è
esploso, siglando 69 gol in 5 campionati e mezzo, tralasciando quelli di
coppa. «All'inizio l'unico trentino ero io -aggiunge il bomber -. Poi si
sono aggiunti Nicola Ferrari, di Condino, adesso al Lumezzane, e Ferretti,
di Storo, coi quali ho fatto comunella, frequentando l'Orologio di Alberto
Giacomini, che coglie ogni occasione per darci la carica.
Considerando che Caini è di Preseglie e capitan Salvadori originario di
Casto, la Valle del Chiese è ben rappresentata».
Quarenghi non ha mai realizzato gol banali. La prodezza contro lo Spino è
entrata nella cornice dei ricordi: «Sono partito dalla mia metà campo -
rammenta - e, arrivato in velocità nei pressi dell'area, ho scavalcato il
portiere con precisione. Stavo attraversando un momento difficile, non
segnavo da tempo. Quell’azione mi ha ricaricato, ho segnato per 8 gare
consecutive».
In D ha
continuato sulla stessa falsariga, senza accusare il salto di categoria.
Bottino al termine dell'andata: 8 gol in 17 gare. E, contro la Nuova Albano,
una rete identica a quella con lo Spino: triangolo con Lumini, fuga lungo
l’out, pallone tra le gambe del difensore Ragnoli, uscita del portiere e
colombella imprendibile. «Mi sono piaciuti anche i due gol contro il Rodengo,
uno in coppa, l'altro in campionato - assicura Quarenghi -. Comunque, per
una punta, l’importante è buttarla dentro. Non importa come». Senza
dimenticare il gran numero di assist fornito ai compagni.
Guarda avanti, il trottolino, e sogna di giocare a livello superiore: «Mi
piacerebbe andare in una piazza di rilievo -confessa-. Io a Salò mi trovo
benissimo, ma non mi dispiacerebbe tentare l'avventura. Rimanere sul lago,
comunque, non è un sacrificio. Mi vogliono tutti bene. Io ho ottenuto molto,
però ho anche dato tantissimo. E poi mi piace giocare in questa squadra
creata dall’allenatore Roberto Bonvicini: scambi precisi, triangolazioni,
lanci in profondità, inserimenti. Uno spettacolo».
Il
presidente Aldo Ebenestelli, titolare dell’Ivars di Vestone, l’azienda dove
Cristian lavora come impiegato addetto alle vendite, lo considera
insostituibile. Prima gli ha concesso due pomeriggi liberi per gli
allenamenti. E alla cena di Natale gli ha regalato una sterlina d'oro. Da
conservare col Pallone vinto ieri sera. |