A.C. SALO'

VALSABBIA

Cristian Quarenghi

 

Pallone d'Oro 2004

 

il riconoscimento sarà consegnato ufficialmente il 09 gennaio 2004 in occasione dell'incontro della prima giornata di ritorno Salò - Crevalcore

STAGIONE PRESENZE RETI
1999/2000 31 11
2000/2001 30 9
2001/2002 33 8
2002/2003 30 19
2003/2004 44 26
2004/2005* 19 8
* solo girone di andata e Coppa Italia
tratto da Bresciaoggi del 30 dicembre 2004

Al bomber del Salò il premio di «Bresciaoggi» come miglior calciatore dilettante del 2004

di Valentino Rodolfi

Ha vinto Cristian Quarenghi e guardando la superiorità schiacciante non poteva essere diversamente: a chi poteva andare il «Pallone d’Oro», se non al giocatore più forte della squadra più forte?
Era la scelta più logica quella di premiare il «gioiello» della formazione che, in un anno, ha vinto il campionato di Eccellenza, la Coppa Italia diletttanti e il titolo di campione d’inverno in serie D. Ed è un giudizio che non fa una piega: i giurati del premio organizzato da «Bresciaoggi» hanno avuto pochi, pochissimi dubbi.

Su venti componenti della giuria, in tredici hanno dato la prima delle quattro preferenze al «bomber tascabile» del Salò, mentre altri tre lo hanno nominato per secondo con un risultato che, a conti fatti, è quasi un plebiscito e che ha messo d’accordo giornalisti sportivi, allenatori e dirigenti.

Ben 62 punti assegnano il Pallone d’Oro 2004 a Cristian Quarenghi, che rifila un distacco abissale a tutti gli altri.

Il secondo classificato, Nicola Ferrari (anche lui ex Salò nella prima parte della stagione, poi passato al Lumezzane) si ferma a 31 punti. Il terzo, Ermanno Panina della Verolese, raccoglie 11 punti. Il quarto, Cazzamalli (del Salò, guarda caso), ottiene 10 punti.

Quarenghi über alles, tutti gli altri in coda: è a lui che Andrea Bottazzi, detentore del «Pallone», deve passare il testimone quale miglior calciatore dilettante dell’anno. La loro è davvero una staffetta: l’anno scorso Bottazzi primo, Quarenghi secondo. Fu quasi il presagio di un’eredità sportiva che il tempo avrebbe sancito anche ufficialmente a distanza di dodici mesi.

Il fantasista del Carpenedolo cede il trofeo con onore: tornato a giocare tra i professionisti, Bottazzi riesce comunque a raccogliere 7 punti che sono un tributo alla sua grande carriera, e un riconoscimento al suo grande contributo nella promozione del Carpenedolo dalla serie D alla C2.

Onore anche a Bottazzi, insomma: davanti a lui sono in pochi. Oltre ai «fantastici quattro» Quarenghi, Ferrari, Panina e Cazzamalli, meglio del «Pallone d’Oro 2003» hanno fatto solo Nicola Pasinelli (Carpenedolo-Rodengo, 9 punti) e il trio Dossou (Carpenedolo-Rodengo), Rosset (Chiari) e Marrazzo (Rodengo), tutti con 8 punti. Tanti punti quanti ne ha Bottazzi vanno a Nicoli del Darfo, capitano e vecchio leone, che quattro membri della giuria hanno voluto giustamente omaggiare pure alla fine di un anno avaro di risultati per la sua squadra.

Poi si scende, fino all’unico punto d’onore ottenuto da Forbice e da Poloni. Ma una cosa si può osservare, a conferma delle sensatezza della selezione preliminare: nessuno dei 20 giocatori scelti dalla redazione sportiva di «Bresciaoggi» è uscito a mani vuote dalla votazione, tutti hanno avuto almeno una preferenza.

Detto del vincitore e dei «piazzati», dei più o dei meno votati, mentre le lancette degli orologi corrono veloci verso la fine del 2004 vale la pena di spendere ancora due parole per la squadra, il Salò, che presentava il maggior numero di giocatori tra i candidati ufficiali al Pallone d’Oro 2004.

Sei su venti erano i salodiani in lizza: Quarenghi ha vinto con 62 punti, l’ex Ferrari secondo con 31, Cazzamalli quarto con 10, a seguire Caini, Ferretti e Franchi tutti con 6. Tutti, dunque, nella fascia «alta» della graduatoria di merito individuale a coronamento di una grande stagione per la squadra.

Già elencati i successi raccolti dalla compagine gardesana: il campionato vinto, la Coppa Italia nella memorabile finale allo stadio «Flaminio» di Roma (con gol di Ferrari), il debutto in serie D da neopromossa di lusso, in testa alla classifica nell’anno dell’esordio alla ribalta nazionale.

Poche squadre, forse nessuna a memoria di cronista, vantano nei loro annali un anno tanto magico quanto il 2004 vissuto dal Salò. Impossibile vincere di più per una squadra, se non questo «Pallone d’Oro» individuale per ricordare, a futura memoria, che il Salò è grande e che Quarenghi è il suo profeta.

«E’ il coronamento di un anno da favola»

«Splendido giocare in una squadra così ma in futuro vorrei provare una piazza più importante»

di Sergio Zanca

«Sono felicissimo per il premio - afferma Cristian Quarenghi, attaccante del Salò -. Si tratta di un riconoscimento personale ma, se potessi, lo dividerei con tutti i compagni di squadra. Il calcio è uno sport collettivo, di conseguenza l’abilità del singolo riesce a esprimersi soltanto se viene sorretta e valorizzata dall’intero complesso. L’anno scorso ho ottenuto il secondo posto, alle spalle di Bottazzi. Stavolta il Pallone d’oro riassume un 2004 trionfale, iniziato (a maggio) con le vittorie nel campionato di Eccellenza e in coppa Italia a Roma, chiuso in dicembre col titolo di campionato d’inverno in serie D. Senza dimenticare la Scarpa d’oro di giugno, insieme a Ermanno Panina, per il bomber più prolifico. Più di così, francamente, non avrei potuto augurarmi. Dedico il trofeo ai miei più grandi sostenitori: i genitori, lo zio, la sorella, la morosa Ilaria, con la quale vivo a Vestone».

Quarenghi, 25 anni compiuti il 3 ottobre, è di Darzo, frazione di Storo: un trentino di confine, nato appena al di là di Ponte Caffaro. Dopo avere mosso i primi passi con i ragazzini del paese, è passato al Lumezzane, restando 5 anni e giocando con gli Allievi e la Beretti di Ermanno Franzoni. L’8 febbraio ’98, a 18 anni, Cristian ha esordito in C1. Il tecnico Elio Gustinetti lo utilizzò ad Alzano.

Risultato: 1-0 per i bergamaschi di Claudio Foscarini, che schieravano Damiano Zenoni, Garlini, Madonna e Giacomo Ferrari. Nelle file dei rossoblu giocavano Belleri (poi andato all’Empoli), Brocchi (Milan), Taldo (che ha oscillato tra Modena e Catania), Brevi (Ascoli). Nel ’98-99 Quarenghi divenne titolare nella Settaurense di Fugatti, in serie D, a fianco di Berrini e Guido Bertoni (score: 28 presenze, 5 reti). Poi il general manager del Salò Eugenio Olli lo ha portato sul Garda. E sul lago Quarenghi è esploso, siglando 69 gol in 5 campionati e mezzo, tralasciando quelli di coppa. «All'inizio l'unico trentino ero io -aggiunge il bomber -. Poi si sono aggiunti Nicola Ferrari, di Condino, adesso al Lumezzane, e Ferretti, di Storo, coi quali ho fatto comunella, frequentando l'Orologio di Alberto Giacomini, che coglie ogni occasione per darci la carica.

Considerando che Caini è di Preseglie e capitan Salvadori originario di Casto, la Valle del Chiese è ben rappresentata».

Quarenghi non ha mai realizzato gol banali. La prodezza contro lo Spino è entrata nella cornice dei ricordi: «Sono partito dalla mia metà campo - rammenta - e, arrivato in velocità nei pressi dell'area, ho scavalcato il portiere con precisione. Stavo attraversando un momento difficile, non segnavo da tempo. Quell’azione mi ha ricaricato, ho segnato per 8 gare consecutive».

In D ha continuato sulla stessa falsariga, senza accusare il salto di categoria. Bottino al termine dell'andata: 8 gol in 17 gare. E, contro la Nuova Albano, una rete identica a quella con lo Spino: triangolo con Lumini, fuga lungo l’out, pallone tra le gambe del difensore Ragnoli, uscita del portiere e colombella imprendibile. «Mi sono piaciuti anche i due gol contro il Rodengo, uno in coppa, l'altro in campionato - assicura Quarenghi -. Comunque, per una punta, l’importante è buttarla dentro. Non importa come». Senza dimenticare il gran numero di assist fornito ai compagni.
Guarda avanti, il trottolino, e sogna di giocare a livello superiore: «Mi piacerebbe andare in una piazza di rilievo -confessa-. Io a Salò mi trovo benissimo, ma non mi dispiacerebbe tentare l'avventura. Rimanere sul lago, comunque, non è un sacrificio. Mi vogliono tutti bene. Io ho ottenuto molto, però ho anche dato tantissimo. E poi mi piace giocare in questa squadra creata dall’allenatore Roberto Bonvicini: scambi precisi, triangolazioni, lanci in profondità, inserimenti. Uno spettacolo».

Il presidente Aldo Ebenestelli, titolare dell’Ivars di Vestone, l’azienda dove Cristian lavora come impiegato addetto alle vendite, lo considera insostituibile. Prima gli ha concesso due pomeriggi liberi per gli allenamenti. E alla cena di Natale gli ha regalato una sterlina d'oro. Da conservare col Pallone vinto ieri sera.